Quando possiedi un dono, quale uso dovresti farne?

Vi fu un uomo che ebbe un dono, ed era il dono di saper creare cose molto buone.

Esisteva una volta un signore con un dono.

Il dono di saper creare e riconoscere la bontà. Per cui ebbe molto successo inventando cose buone che iniziò a produrre nel suo primo stabilimento di dolciumi.

Col successo crebbero le vendite e gli insegnarono che doveva dotarsi di un organigramma di ‘impiegati quadri’. Tipo i tizi del settore marketing, risorse umane e quelle robe lì. E così fece.

Lui continuava a inventare nuove cose buone e quelli del marketing gli spiegavano quando avrebbero avuto successo e quando no. Lui però se ne fregava. E se inventava cose buone che piacevano a lui le produceva e le vendeva.

Viceversa quando non piacevano a lui, non le produceva e cestinava l’idea.

Allora gli uomini del marketing si sentirono offesi, chiesero consigli agli uomini dell’ufficio risorse umane, che dissero loro: “questo comportamento del capo effettivamente è un poco lesivo della vostra competenza, glielo spiegheremo“.

marketing

risorse umane

GLI UOMINI DELLE RISORSE UMANE (SENZA ALCUN DONO)

L’uomo che inventava le cose buone pagava gli uomini delle risorse umane per farsi insegnare a come impiegarle nel miglior modo possibile, le risorse umane, visto che, tra parentesi, percepivano signori stipendi, gli esperti di risorse umane.

Così come percepivano signori stipendi anche gli uomini del marketing. Entrambi di gran lunga superiori a quelli degli operai che producevano le cose buone.

Ma senza poterle mangiare, con turni di lavoro scomodi, presso macchinari teoricamente anche pericolosi per quegli operai che la notte avessero fatto baldoria o amoreggiato con i propri partner, rubando ore al sonno. Oppure quelli appena arrivati e ancora poco pratici nel maneggiare macchinari.

Anche i macchinari fabbricati per produrre cose buone, ahimè, sono  potenzialmente pericolosi per chi li maneggia. E dovendo indossare strane divise e copricapo, affinché nulla finisca per sbaglio nelle cose buone che avrebbero dovuto essere mangiate, maneggiare i macchinari può diventare ancora più difficile e pericoloso.

Gli uomini delle risorse umane avevano spiegato all’uomo che inventava le cose buone, che gli operai andavano pagati meno degli impiegati, perché avevano studiato meno, e svolgevano compiti più semplici rispetto alla soluzione di problemi complessi che facevano gli impiegati quadri.

Avevano rassicurato l’uomo che inventava cose buone che questa prassi valeva anche presso le altre aziende che facevano cose buone. Se avevano meno successo della sua, era solo perché le loro produzioni dolciarie erano meno buone.

Ma tutte quante facevano così, pagavano di più gli uomini delle risorse umane, che dicevano tutti quanti le stesse cose. Tipo che non bisognava far lavorare meno gli operai che avessero detto che quel giorno si sentivano stanchi, altrimenti alcuni avrebbero potuto approfittarne per amoreggiare di più la notte e ridurre la produttività dell’azienda.

il dono

il dono

GLI UOMINI DEL MARKETING (SENZA ALCUN DONO)

Gli spiegarono che doveva altresì dar retta agli uomini del marketing, perché costoro erano stati altrettanto studiosi di loro, si erano formati presso le stesse scuole, salvo poi conseguire specializzazioni diverse. Nel loro caso, comprendere cosa fosse più buono presso il pubblico, e non cosa piacesse di più a loro, ma sarebbe stato meno di successo presso il pubblico.

E per quanto controintuitivo, spiegarono all’uomo che inventava cose buone, che non avrebbe dovuto produrre quelle che secondo lui erano più buone. Bensì quelle che secondo gli uomini del marketing sarebbero piaciute di più, perché quelle avrebbero venduto di più.

Lui obiettò che ne vendeva già abbastanza e quindi tutto sommato, chissenefrega. Dico bene? Certo Sua Eminenza, questa era una opinione legittima, ma poi si sarebbe sparsa la voce che l’uomo che inventava cose buone avesse preferito vendere cose che piacevano di più a lui e che piacevano di meno agli altri.

Così facendo compiaceva maggiormente il proprio ego, umiliava gli uomioni del marketing come se il loro lavoro, pur ben pagato, fosse inutile. Al punto che, teoricamente, se questi avessero deciso di rivolgersi agli uomini della legge, il suo comportamento sarebbe stato pure passibile di denuncia per mobbing.

Ovvio che loro gli volevano bene come se ne può volere ad un padre adottivo. Per questa ragione, mai e poi mai lo avrebbero denunciato per mobbing. E gli spiegarono cosa fosse il mobbing, dato che il creatore di cose buone manco lo sapeva.

Quindi l’uomo che inventava cose buone pensò che fosse meglio dar loro retta e si scusò con gli uomini del marketing. Parallelamente espresse la propria gratitudine agli uomini delle risorse umane per averlo saputo consigliare così bene…

Inoltre alzò lo stipendio di queste due categorie in segno di cambiamento del proprio comportamento.  Accogliendo quello che, subliminalmente (almeno nelle intenzioni del maldestro consulente), era stato suggerito di fare in uno dei report che gli erano stati consegnati..

Avrebbe alzato anche lo stipendio degli operai, ma gli uomini delle risorse umane spiegarono che non poteva farlo, poiché già così erano più pagati degli operai delle altre aziende concorrenti.

E non producevano cose più buone perché erano operai migliori, ma perché producevano le sue invenzioni, che erano le invenzioni migliori. E anche se sarebbe stato per lui comunque preferibile pagarli di più, questo avrebbe autorizzato le aziende competitor ad accusarlo di voler rubare lui tutti gli operai migliori alle altre fabbriche.

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morale

LA MORALE DI QUESTA STORIA?

Quindi fu la volta delle successive invenzioni dell’uomo con il dono di produrre il buono.

Gli spiegarono gli uomini del marketing che in base alle loro ricerche di mercato ed all’insieme di elucubrazioni rese possibili dagli studi che avevano effettuato, erano in grado di stabilire che una invenzione buona secondo loro, ma non buona secondo lui, avrebbe venduto di più di una invenzione buona secondo lui, ma meno buona secondo loro.

Lui allora acconsentì a produrre l’invenzione più buona secondo loro.

Quella cosa più buona secondo loro tuttavia  ebbe meno successo rispetto alle aspettative, allora, trascorsi alcuni mesi, l’uomo che inventava le cose buone si prese la responsabilità di provare a sostituire la produzione delle cose buone suggerite dagli uomini del marketing, con la produzione delle cose buone che piacevano di più a lui.

E queste cose buone che piacevano di più a lui effettivamente mostrarono di vendere di più rispetto alle cose buone inventate sempre da lui, ma che a lui piacevano meno.

Quale è la morale di questa storia secondo te?

Se tu avessi un dono, ti faresti insegnare dagli altri su come usarlo. O vorresti essere libero di usarlo in modo buono?

wp

dono

NON APPENA QUALCUNO COMINCIA A INSEGNARVI A COSA DOVETE ASPIRARE, RIFIUTATE IMMEDIATAMENTE QUESTA GRAVE INVASIONE DELLA VOSTRA ANIMA

Non credo di saper trovare una morale a questa storia, credo che dovresti farlo tu.
So che ha il difetto di somigliare troppo ad una storia realmente accaduta. In realtà intendeva essere frutto di fantasia, non ho neppure verificato se la storia che ho sentito una volta di sfuggita abbia tanti o pochi elementi in comune, ma sarebbe stupefacente se ne avesse troppi, perché… non è una pubblicità commissionata da una multinazionale.
Credo possa suonare in qualche modo credibile e familiare, poiché le favole archetipiche probabilmente tendono a riprodursi davvero nella realtà…. Vorrei solo farti una raccomandazione a non intenderla come un endorsement ad abbuffarti di dolciumi durante le vacanze natalizie.
Gli zuccheri (non intendo dire i carboidrati complessi), secondo qualsiasi scuola di pensiero, accademica o ‘alternativa, se assunti in quantità eccessiva ti fanno male (quale quantità? a questo link trovi una possibile risposta). Se fanno del bene alla tua anima, allora valuta tu quale compromesso sia migliore per te.
Il P> Vadim Zeland scrive, a pagina 182 de ‘Il fruscio delle stelle del mattino’: “non appena qualcuno comincia a insegnarvi a cosa dovete aspirare, rifiutate immediatamente questa grave invasione della vostra anima“.
I P> (profeti maggiori contemporanei) ufficialmente riconosciuti dal wp sono soltanto 3, e non sono stati sorteggiati a caso, ma per aver partorito perle come questa. Poi magari non sarà questa in particolare a dare una scossa alla tua anima, ma certo leggendo la trilogia del Transurfing ne troverai altre, di scosse.
E stavo aggiungendo “credimi” poi mi sono ricordato che è precisamente quello che ti chiedo di non fare. Quindi semmai ti direi: “verificalo, se ne hai voglia e tempo”.
Ahimé io sono un p< diversamente sano di mente, non avrò mai perle così brillanti da mostrarti, però credo di avere il merito di aver portato alla tua attenzione quelli che magari non sapevi fossero i 3 P> contemporanei, dato che neppure loro sanno di esserlo. O se lo sanno non lo hanno mai detto pubblicamente.

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