Mai entrare in un portale di teletrasporto
Una cosa che è di vitale importanza tu sappia sul teletrasporto è questa: non teletrasportarti.
Non è un comandamento, è una raccomandazione di vitale importanza per il semplice motivo che entrando in un portale di teletrasporto moriresti.
Anche se non è descritto in questa maniera, il teletrasporto consiste in una variante della bilocazione che prevede un passaggio molto inquietante. Per completare quell’operazione (a torto scambiata per un semplice trasferimento), il soggetto che entra nel portale di teletrasporto viene … “cancellato”. All’uscita infatti è presente un clone, identico anche nei ricordi e in ogni singolo atomo e stringa, a quello che, in pratica, gli ha dato la propria vita!
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Due film che aiutano a capire il concetto
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Non è evidente che accada proprio questo, i primi a contestare questa interpretazione sono i teletrasportati. Sono certissimi, in buona fede, di essere gli stessi di prima. Ma probabilmente se capitasse anche a loro, quello che accade a due soggetti identici nel bellissimo film “Moon“, allora forse intuirebbero con più facilità che essi sono dei cloni. Se, ad esempio, per errore dal portale di uscita del teletrasporto uscissero due persone invece di una sola! Forse questo potrebbe instillare il sospetto di essere entrambi due dei cloni appena nati. Entrambi, ovviamente, con i ricordi dell’organismo clonato, quello annientato nel portale di entrata.
Paradossalmente, qualche soggetto convintissimo delle proprie percezioni e delle apparenze, potrebbe addirittura ignorare questa verità e fare il pendolare del teletrasporto magari, condannando se stesso e i suoi futuri cloni a migliaia, a condurre esistenze di poche ore ciascuna.
Questa immagine mi fa venire in mente una scena del film “the Prestige“, dove un meccanismo che generava cloni a distanza veniva impiegato da un mago per mostrare un finto incantesimo sbalorditivo (ottenuto a prezzo della morte, tutte le volte, dei cloni venutisi a generare.
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Come spiega wikipedia: anche Angier, ormai moribondo, spiega come funzionava il suo trucco: dopo aver scoperto che la macchina di Tesla era in grado di creare un suo clone a pochi metri di distanza (la calibrazione di Tesla non ha modificato la funzione della macchina, ma solo la distanza dove sarebbero apparsi), Angier decise di collocare una vasca piena d’acqua sotto la botola. In questo modo, mentre il suo clone sarebbe comparso dall’altra parte del teatro, causando la riuscita del numero, l’ Angier “originale” sarebbe morto affogato all’interno della vasca. Ogni sera, Angier avrebbe fatto quel numero senza sapere se lui sarebbe stato l’uomo destinato a morire tra atroci sofferenze oppure “l’uomo del prestigio” a cui sarebbero andati tutti gli applausi.
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Teletrasporto: ok, ma quando?
In realtà, i portali di teletrasporto non potranno mai esistere principalmente per un problema normalmente ignorato. Il funzionamento previsto, infatti, sarebbe quello di entrare adesso, vagare nel nulla per il minor tempo possibile, ed uscire rimaterializzato e rispiritualizzato, con tutti i ricordi, le emozioni, i vizi e il brutto caratteraccio di prima. Poniamo dopo pochi istanti. Anzi, siamo ottimisti e togliamo ogni argomento a favore degli zanatofobici, immaginiamo una tecnologia che agisca in tempo reale, attraversi un varco e mentre sei ancora con un piede dietro, con l’altro hai già fatto il tuo ingresso in un ospitale satellite in un sistema solare della Galassia di Andromeda.
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Il problema che impedisce a questo sogno di potersi realizzare è l’assenza del concetto di ‘adesso’.
Nella Galassia di Andromeda, ad esempio, vi è un presente esteso lungo 200 milioni di anni, tale è il lasso di tempo che, rispetto al ‘nostro’ adesso, non è né futuro né passato. La durata di tale presente esteso aumenta all’aumentare della distanza. Per fare un esempio, su Urano il presente esteso dura alcune ore.
Tuttavia è immaginabile, ipotizzabile, non so se anche realizzabile, di poter fissare l’istante dell’uscita dal portale di teletrasporto al momento esattamente a metà dalla fine del passato e l’inizio del futuro, a metà cioè del presente esteso. Non esiste un adesso? Fabbrichiamone un surrogato!
Ma non tergiversiamo oltre, tu ricorda solo di non lasciarti mai convincere ad attraversare un portale di teletrasporto, a meno che tu desideri suicidarti…