I 3 dilemmi del chirurgo fragile
Riproponiamo in questo articolo la trilogia dei dilemmi del ‘chirurgo fragile’ per chi avesse scoperto il WP soltanto dopo la loro pubblicazione.
Questi dilemmi sono stati proposti a ottobre 2017 sulla nostra pagina FaceBook e li ritrovi a questi tre link.
Se li hai scoperti solo ora, a distanza dalla loro pubblicazione, e se ne hai voglia, puoi postare nei commenti la decisione che avresti preso rispettivamente al primo, al secondo ed al terzo stadio del sondaggio (tipo 1A, 2B, 3C).
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DILEMMA DEL ‘CHIRURGO FRAGILE’ parte 1
Immagina che tu sia uno straordinario chirurgo in grado di salvare la vita a 7 pazienti su 10, facendo un’operazione delicatissima dove mediamente i chirurghi hanno solo il 50% di chance di salvare i malati.
Chi sopravvive all’operazione poi ha zero rischi di recidive e ritorna praticamente “come nuovo”.
Sapendo che svolgendo questa attività salverai la vita a 140 esseri umani l’anno, ma di questi 40 la devono proprio a te personalmente, essendo quel 20% di persone statisticamente condannati a non superare l’intervento.
Sapendo che l’Ospedale per non insospettire e attirarsi cause legali pretende da te che tu comunichi di persona ai familiari delle vittime (60 l’anno sui 200 operati), il loro decesso sotto i ferri, subito dopo essere uscito dalla sala operatoria. E ti sobbarchi le loro accuse, i loro sguardi pieni di strazio, alcuni indizi che solitamente l’universo tiene nascosti sulla propria assurdità (quelli che tu cerchi sempre di rendergli la vita più facile, voltando lo sguardo non appena annusi la presenza di qualche prova dell’assurdità dell’universo).
Paradossalmente, non puoi ignorare che magari operati da un chirurgo meno bravo metà delle tue vittime potevano però anche rientrare nel suo 50% di interventi riusciti, ma non mettiamo il dito nella piaga, cerca di non pensarci. Cerca di non pensare nemmeno al fatto che proprio in virtù della tua emotività, il tuo tasso di riuscita con bambini e minori cala dal 70% al 65,5% (compensato con un tasso del 77,2% quando operi persone over 70). Per lo meno non pensare queste cose quando devi rispondere alle domande della madre della ragazzina di 9 anni, sua unica figlia, che non ce l’ha fatta.
Hai diritto a uno stipendio decoroso con poche ferie e il cellulare da medico chirurgo sempre acceso.
Se sopravvivi abbastanza a lungo potrai andare in pensione a 72 anni, prima se qualche patologia dovesse rendere le tue mani meno sensibili.
Invece accettando di diventare socio con tuo fratello imprenditore (non perchè tu sia bravo come lui ma perché sei l’unico di cui si fida), potresti guadagnare il triplo, avere il doppio di vacanze, dormire con cellulare spento, essere da tutti percepito come uomo di successo, come uno che per essere il braccio destro di un genio come tuo fratello sicuramente deve condividerne almeno in parte la genialità. Potrai decidere anche in quali mansioni essere coinvolto, se ami viaggiare potrai farlo, se vorresti stabilirti in Versilia potrai lavorare da lì, eccetera.
Cosa decidi di fare?
opzione 1A: chirurgo
opzione 1B: braccio destro del fratello imprenditore
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SONDAGGIO ‘IL CHIRURGO FRAGILE’ parte 2
Contrariamente alle previsioni dei profeti minori (N.B.: lo status di PM non è inficiato dalla % di previsioni azzeccate comunque, ma questo punto di vista verrà spiegato dettagliatamente in futuro), con un modesto ma tangibile vantaggio, i WPnauti hanno scelto di ‘seppellire’ il proprio talento invece di ‘seppellire’ la propria qualità della vita. Questo denota per lo meno sincerità.
Se i ‘missionari’ avessero prevalso, avremmo avuto un dilemma ancora più logorante. Ma avendo a stento ottenuto i 20 voti richiesti ha più senso rivolgere il nuovo dilemma ai ‘vincitori’. Semmai se al prossimo giro la maggioranza passa a favore di chi opta per il futuro da chirurgo, il terzo dilemma alzerà il livello di difficoltà (a condizione di avere un campione significativo di votanti che per noi è 20).
Dunque: operavi come chirurgo da 3 anni, le tue statistiche (70% di vite salvate contro una media del 50%) non sono passate inosservate, hai salvato 420 vite umane di cui 120, con un qualsiasi altro tuo collega, starebbero ora esplorando i grandi misteri della vita ultraterrena. Nessuno di quei 420 può sapere se il merito della propria sopravvivenza vada ascritto al 50% di pazienti che mediamente sopravvivono all’operazione o a quel 20% di ‘miracolati’ dal privilegio di essere finiti sotto i ferri ‘benedetti’ impugnati da “Mr Magic Fingers” che salva il 70% dei pazienti. Ma ormai questa è storia vecchia…
La decisione è presa. Hai rassegnato le dimissioni. Tuo fratello ti ha regalato un semestre sabbatico remunerato con il doppio del tuo precedente stipendio, per superare questo periodo di prevedibile crisi e possibilmente cessare ogni consumo di psicofarmaci (lui ha la classica mentalità ristretta che giudica certe medicine come roba per i pazzi, sai no quelli che chiamano gli psichiatri “strizzacervelli”?).
Trascorri 15 giorni di vacanza con il partner in un posto da favola. 15 giorni quasi felici. Quel ‘quasi’ per 2 ragioni. I primi 7 giorni ti assillava il timore di non essere per nulla adeguato a svolgere i tuoi nuovi compiti lavorativi. Invece nei successivi 8 giorni per colpa di una informazione sfuggita dalla bocca del tuo partner: tuo fratello gli/le ha confessato che desiderava averti al suo fianco principalmente per la ragione di migliorare la tua vita. E’ speranzoso che tu non ti rivelerai un fiasco, tuttavia ha rassicurato il tuo partner che, a prescindere dalle capacità che dimostrerai o che NON dimostrerai, ciò sarà ininfluente per lui.
Il vostro tenore di vita è al sicuro. Vuole averti accanto a se perchè sa che sei una persona fragile, con poca autostima, uno da controllare che non si impasticchi per futili motivi (come se in passato lo stress del tuo impiego salvavite fosse un alibi). Ma nel darti una chance non ti ha raccontato la verità. Ha mentito quando diceva che per lui fosse indispensabile avere nella sua azienda una persona della cui fiducia E ANCHE BRAVURA, era certo al 100%. Questa informazione economicamente è rassicurante. Però umanamente è un pò umiliante, vero?
Poi rientri. Ogni settimana ricevevi lettere da bambini, ragazzi e adulti, che ringraziano per sé, per aver lasciato vivere un figlio, un coniuge, un genitore. Lettere che ti ricompensavano di tutti quegli antidepressivi e sonniferi di cui avevi bisogno nella tua quotidiana lotta contro la Morte. Non eri l’unico: anche il dottor Gregory nella serie ‘Dr. House’, il dottor Daniel Charles in ‘Chicago Med’, ‘Nurse Jackie’, il dottor John Thackery in ‘The Knick’, William P. Rush in ‘Rush’, Sara Tancredi in ‘Preason Break’, il dottor Walter Bishop nella leggendaria serie ‘Fringe’… tutti necessitavano di questi piccoli aiuti. La loro è una fiction, ok, ma anche questo sondaggio lo è. La realtà per la verità è anche peggio (nel 2012 uno studio del Wisconsin stimava che un anestesista su 3 facesse uso di oppiacei anestetici, la metà di loro essendone dipendente…).
In tua assenza sono arrivate meno lettere del solito.
Una dozzina. Otto dal ‘club degli adoratori di Mr Magic Fingers’ con i consueti ringraziamenti. Ed altre 4.
Una dal dirigente ospedaliero che ti offre un aumento del salario del 20%, una riduzione dell’orario di lavoro a 44 ore settimanali invece delle 50 e rotte precedenti. Ha compreso che una risorsa preziosa come te deve poter lavorare al meglio in condizioni di riposo adeguate.
Una dal primario. Si offre, se rientrerai in reparto, di far svolgere al collega presente di volta in volta con te all’operazione, compreso lui stesso, i colloqui strazianti con i familiari dei defunti, per darti la serenità massima possibile mentre operi.
Una da un infermiere. Dice che è molto deluso di te. Che un dono come il tuo in grado di salvare 40 vite umane l’anno ti faceva apparire un chirurgo supereroe ai suoi occhi, a maggior ragione conoscendo il tuo sacrificio psicologico. Ed era onorato di affiancarti come infermiere. Ora invece non sa giustificare a se stesso come tu possa aver fatto una simile scelta che condanna a morte così tanti poveri innocenti.
L’ultima è della mamma di Patrizio, di 7 anni.
Prenotato per l’operazione mentre tu eri nel ‘paradiso terrestre’. Ha saputo il giorno stesso che Patrizio sarebbe stato operato da un altro medico. Uno bravo nella media, cioè non abbastanza. Patrizio è morto. Forse sarebbe morto ugualmente. Ma altrettanto probabilmente, Patrizio sarebbe qui con lei, con tutta la vita davanti, invece che dentro una tomba bianca con il cuore della madre sepolto insieme a lui.
Ora hai la possibilità di riconsiderare la tua scelta originaria.
opzione 2A: chirurgo
opzione 2B: braccio destro (?) del fratello imprenditore
chirurgo
DILEMMA DEL ‘CHIRURGO FRAGILE’ parte 3
Ritoccando le condizioni di partenza, i votanti nel secondo sondaggio hanno modificato scelta. Abbiamo raggiunto il quorum di 20 votanti di nuovo a fatica, a questo punto è doveroso ringraziare quanti di voi si sono esposti rivelando un tratto della propria personalità in un sondaggio pubblico. Al secondo sondaggio la maggioranza di voi ha scelto di affrontare le proprie paure, rinunciare a privilegi da raccomandati, accettare di permettere al talento angelico in loro di esprimersi nel salvare vite umane, a costo del sacrificio del proprio benessere psicofisico. Ora per favore reimmedesimati nel ‘chirurgo fragile’ per un minuto, prima di leggere oltre, ok? Può aiutarti conoscere il nome del tuo personaggio? Bastava lo chiedessi prima! Atlante è il tuo nome. In arte ‘Mr Magic Fingers’.
E’ trascorso un minuto per te ma un mese per Atlante ok? Hai scoperto che il minor carico lavorativo e il minore stress professionale del gestire la relazione con i parenti dei defunti, ha migliorato un po’ le tue recidive depressive, ma mica tanto. Soltanto l’insonnia è scomparsa del tutto, per fortuna.
Il tuo amico psichiatra Chillegi, cui ti sei rivolto per un aggiustamento della terapia, ti ha proposto di entrare in un gruppo di volontari per sperimentare un vecchio farmaco. “Se è vecchio allora a che serve sperimentarlo?” domandi al Chillegi. Risposta: “perché è stato solo da poco proposto per un utilizzo ‘off-label’, cioè per curare patologie diverse da quella per cui è già prescritto”. Il Derallit è impiegato da anni con successo nel trattamento del disturbo dell’attenzione e si è sempre dimostrato pressoché privo di effetti collaterali significativi. Al contrario pare abbia effetti collaterali benefici talmente significativi nel miglioramento del tono dell’umore, tali da renderlo idoneo ad essere testato nella cura della depressione comune associata a cali di concentrazione.
E’ così è partito un periodo di sperimentazione di 6 mesi sotto la supervisione del luminare Chillegi in persona.
Chillegi non è persuaso che rientri perfettamente nel profilo di chi potrebbe beneficiarne, infatti giudica che i tuoi cali di concentrazione non siano affatto di livello patologico. Siccome però possono fare la differenza nella riuscita o nel fallimento di interventi chirurgici della durata di 3 o 4 ore, da cui dipendono vite umane, dopo averne condiviso la scelta con te, ti inserisce nel programma. Per la stessa ragione, adotterà qualche piccolo accorgimento per non farti entrare nel gruppo di verifica, quello a cui danno il placebo per intenderci.
Nei 180 giorni di sperimentazione scopri di stare molto bene. Non sai se sia principalmente merito della maggiore efficacia antidepressiva del Derallit o delle emozioni provocate dal tuo maggiore successo nel salvare vite umane. Vi sono infatti state evidentissime ricadute positive sulla tua attività: da quando lo assumi salvi addirittura il 90% dei tuoi pazienti. Grazie a questa tua straordinaria dote vieni adoperato solo più nella fase più delicata degli interventi, così che nel tuo orario di lavoro puoi farne il doppio e salvare moltissimi pazienti in più.
chirurgo
il chirurgo
Un briciolo di contabilità.
Se prima facevi la differenza salvando 40 persone all’anno in più ora il tuo impegno in reparto ne salva dieci volte di più!
Sei venerato dai pazienti, sei l’eroe dello staff di infermieri e gli stessi colleghi hanno messo da parte ogni gelosia e si sentono debitori con te. Ora hanno molte meno morti da comunicare ai familiari, che si sentono più a loro agio a fare solo la parte ‘facile’ degli interventi, si sentono comunque partecipi del successo di quelle operazioni in cui sopravvivono 9 pazienti su 10 nel vostro ospedale, invece di 5 negli altri. Insomma persino loro iniziano a volerti bene.
Ma trascorsi i 6 mesi, termina la sperimentazione. E l’esito, contrariamente alle tue aspettative, è negativo. Sulla maggioranza degli altri volontari il Derallit non ha dato benefici significativi rispetto alle terapie tradizionali.
Dovrai accontentarti di ‘miracolare’ 40 pazienti l’anno. Invece di 400.
Piangi lacrime amare sulla spalla dell’amico psichiatra, Chillegi, medico dal grande cuore, amico sincero e persona consapevole della portata della posta in gioco. Ed è lui che ti offre quella via d’uscita che non avresti osato chiedergli: una fornitura di Derallit che ricopra interamente il tuo fabbisogno nei soli giorni in cui operi (ne avanzano molte pillole poichè alcuni pazienti in certi periodi non ritirano la terapia). Con queste pillole ‘abusive’ cui potrai essere una persona normalmente felice, ridurre l’assunzione complessiva di psicofarmaci meno efficaci e più dannosi per il fegato con quella sola pillola. Ma soprattutto SALVARE 360 VITE l’anno in più. Mediamente una vita umana in più al giorno compresi i giorni di riposo!
diecimila pazienti sottratti a morte prematura nel prosequio della tua carriera da chirurgo … violando la legge.
Chillegi è disposto a fornirteli alla sola condizione di avere da te un quantitativo periodico di un antidolorifico usato nelle anestesie, il Fontanel, che gli riesce impossibile procurarsi. E’ il solo rimedio che gli permette di alleviare il dolore esistenziale causatogli dal ricordo dei suoi fallimenti professionali (3 giovani morti a causa dell’anoressia, 7 suicidi), ed evitare l’alternativa di comprare droghe di strada, rischiando salute, carriera e la possibilità di aiutarti a salvare vite.
Puoi sottrarre fiale di Fontanel tu personalmente, con poco rischio, oppure farlo fare a Robin. L’infermiere che vede in te il ‘supereroe’ (l’autore della lettera citato nell’episodio precedente). E’ Robin a offrirsi di farlo un istante dopo che tu gli hai confessato la storia della proposta di Chillegi. Lo ha suggerito immediatamente perché ci terrebbe ad avere un ruolo da ‘aiutante-eroe’ in questa storia anche lui. Se licenziassero me – spiega Robin – questo non comporterebbe la morte di 400 innocenti ogni anno. Se licenziassero te invece sì. Assumendomi questi rischi è come se alcune vite umane salvate in più da te fossero per merito mio. E paradossalmente, se venissi beccato (al posto tuo), questo significherebbe che da quel momento (e fino a che non ti facessi beccare anche tu), una vita salvata al giorno in più sarebbe tutta da accreditare al mio karma: potrei aspirare a reincarnarmi nel prossimo Dalai Lama!
Poi optare per questa strada illegale. Oppure ti puoi “accontentare” di salvare 40 persone l’anno come facevi prima e non pensare alle altre 360.
Qui sul sito puoi rispondere anonimamente, quindi per favore fallo se ne hai voglia…
- opzione 3A: prendi l’Adderit da Chillegi e sottrai il Fontanel di persona
- 3B: prendi l’Adderit da Chillegi e fai sottrarre il Fontanel a Robin
- 3C: segui la strada della legalità. Ringrazi Chillegi e Robin ma rinunci a questi scambi illegali di farmaci e a salvare una vita in più al giorno.
Noi vorremmo semplicemente che tu comprendessi che, molte delle volte in cui ti trovi a giudicare severamente una persona sulla base delle informazioni parziali che possiedi, forse non dovresti. Forse ti manca qualche elemento importante per capire come stanno le cose realmente. Magari stai criticando qualcuno per aver agito nello stesso modo in cui avresti agito tu al posto suo. O forse ancora stai criticando qualcuno per essere andato contro tutte le regole, ma tale comportamento era indispensabile per salvare la vita di persone innocenti che non potevano essere salvate diversamente.
La cosa invece certa è che il tuo giudizio farà soffrire quella persona
E magari quando esprimi i tuoi 10 o 20 o 50 verdetti quotidiani (non certo in tribunale, ma nel gossip o sui social media), non ci pensi.
Nel WP siamo convinti che in un mondo nel quale ci fosse meno severità, meno automatismo, meno fretta nel giungere alle conclusioni, meno sforzo ad omologarsi al giudizio che danno gli altri… In un mondo così molte persone che hanno commesso degli errori in buona fede, dovrebbero sopportare un carico di dolore meno sproporzionato. E questo vale soprattutto per quelle persone che non hanno fatto male a nessuno nel momento in cui hanno commesso degli sbagli, per quelle persone che hanno fatto del male a qualcuno senza che fosse nelle loro intenzioni, per quelle persone che sapevano di commettere un errore all’epoca in cui lo hanno commesso, però ora vorrebbero poter tornare indietro e fare una scelta diversa, oppure fare tutto quanto il possibile per rimediare.
chirurgo
il chirurgo
P.S.: questa trilogia di dilemmi potrebbe essere la cosa più banalmente priva di significato recondito mai pubblicata su FB. Oppure potrebbe essere un indizio significativo per risolvere l’enigma del White Magic Circle, una follia che stiamo programmando di rappresentare a Roma e Milano. Allo scopo di aiutare la causa di chi ha smarrito la propria causa, a forza di ricercare l’oggetto del proprio senso di colpa senza mai riuscire a trovarlo.
Se hai letto tutto fino a qui lo staff del WP ti ringrazia di cuore, poiché stai dimostrando che certe utopie sono possibili, che il cambiamento è difficile ma non proibito, che le persone diversamente sane di mente hanno diritto a occupare una casella in questo mondo ai confini tra il sogno di una entità inconoscibile e l’immaginazione di una divinità confusa. Però ricordati anche che proseguendo su questa strada potresti imbatterti in cose che non avresti voluto trovare dentro la tua psiche. E se qualcosa del genere dovesse capitarti, se emozioni negative ti infastidissero, il consiglio che ti diamo è quello di scordarti di questo progetto.